L’ansia, il mal di pancia, il nervo vago e l’auricoloterapia

L’ansia, il mal di pancia, il nervo vago e l’auricoloterapia

11 Febbraio 2021 Off Di R. Cavaglieri
L’ansia che non ti aspetti è quella che ti afferra allo stomaco o alla pancia, e che ti provoca reflusso gastroesofageo, colon irritabile, nausea, vertigini. E’ un’ ansia “del corpo”, più che della mente, nasce dallo stress e per combatterla non puoi far molto. Ma un sistema c’è: l’auricoloterapia o neuromodulazione auricolare. Una tecnica non invasiva ed efficace anche per dimagrire

Una nuova prospettiva

Sotto stress vi si blocca la digestione? Le tensioni emotive vi scatenano dolori addominali, stitichezza, gonfiori o quel reflusso acido che colpisce sempre più persone? <Oggi una diagnosi di ansia non può prescindere dal vissuto corporeo> dice Giancarlo Bazzoni, medico agopuntore che all’Università di Sassari è membro e cofondatore del Centro per la ricerca in neuromodulazione auricolare e terapie complementari. <Si considerano soprattutto i disturbi funzionali dell’apparato digerente raggiunto dal nervo vago, ma anche cefalee, tachicardie, problemi ai bronchi e alla gola>. L’ansia, il mal di pancia, il nervo vago e l’auricoloterapia.

L'ansia, il mal di pancia, il nervo vago e l'auricoloterapia.

All’origine di tutto, lo stress

Per capire il ruolo del nervo vago facciamo un passo indietro. Oggi i meccanismi di risposta allo stress, individuati per primo dal medico canadese Hans Selye nel 1936. sono ben conosciuti. Tutto parte dal cervello che, stimolato da emozioni come rabbia, paura o da altri fattori , attiva la parte del sistema nervoso (il simpatico) che ha il compito di reagire alla minaccia garantendo così la nostra sopravvivenza.

Così aumentano la vigilanza, i riflessi, la soglia del dolore mentre scompare l’appetito (anche quello sessuale) perché tutto deve puntare alla reazione di “attacco o fuga“. Attivando l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene il corpo secerne ormoni, come il cortisolo e l’adrenalina, che migliorano la risposta allo stress.

Sistema nervoso simpatico e parasimpatico, due direttori d’orchestra per il nostro benessere

Ma c’è di più. L’attivazione del sistema nervoso simpatico ha il suo contraltare nell’attività dell’altro “ramo” del sistema nervoso, il parasimpatico. Infatti, quando la minaccia si esaurisce e l’allarme rientra, è compito del parasimpatico riportare la calma in tutte le funzioni.

Un meccanismo fisiologico fondamentale collaudato da milioni di anni, e grazie al quale gli esseri umani hanno potuto riprendersi dagli stress della caccia (se pensiamo ai nostri antenati neanderthaliani alle prese con bestie feroci) per proseguire nella loro evoluzione.

Vago, un nervo tuttofare ma “vagabondo”

L'ansia, il mal di pancia, il nervo vago e l'auricoloterapia.

Protagoniste (al 75 per cento almeno) del sistema nervoso parasimpatico sono le fibre del nervo vago, chiamato così per il suo percorso “vagabondo”, lungo e intricato. Il nervo vago infatti è il più lungo dei dodici nervi cranici: nasce dal midollo allungato, passa per il collo, percorre il torace e arriva fino all’addome.

Quali sono i suoi compiti? La principale funzione di questo sistema (chiamato anche sistema nervoso autonomo o vegetativo) è assicurare attraverso impulsi elettrici le attività involontarie che fanno funzionare il nostro corpo come il battito del cuore, la respirazione, i movimenti peristaltici dell’intestino e così via. L’ansia, il mal di pancia, il nervo vago e l’auricoloterapia.

Con lo stress cronico il vago va in tilt

Tutto funziona bene finché lo stress dura poco. Con il simpatico di “accendono” tutte le funzioni vitali eccezionali, con quello parasimpatico del vago si spengono. Ma che succede se lo stress diventa cronico o lascia poco spazio alla fase di recupero come spesso accade nella nostra società frenetica?

L’alternanza di questi meccanismi salta. Il nervo vago svolge le sue funzioni calmanti con meno efficienza: in pratica, è come se nel nostro corpo restasse sempre un po’ accesa la spia rossa di allarme. Così il cuore continua a battere forte, lo stomaco si contrae, l’intestino non si rilassa e così via. Non basta. E’ sufficiente la preoccupazione di uno stress imminente perché la spia si accenda e entri in gioco il sistema simpatico.

Su, facciamo un bel respiro. Ma poi?

Dato che il sistema nervoso parasimpatico funziona indipendentemente dalla nostra volontà, non c’è molto da fare per rimetterlo in sesto. Non servono i farmaci, mentre sono molto utili le tecniche di rilassamento, in particolare quelle che prevedono la respirazione diaframmatica. Infatti si è visto che respirando profondamente il nervo vago si “resetta” di qui la raccomandazione di fare un profondo respiro quando si è sotto stress.

Auricoloterapia, via maestra al relax. L’ansia, il mal di pancia, il nervo vago e l’auricoloterapia

Ma come garantirsi un buon riequilibrio del sistema nervoso, così che riusciamo ad affrontare gli stress quotidiani con la calma energia di cui abbiamo bisogno? Qui entra in gioco un’antica tecnica di medicina cinese: l’agopuntura auricolare o auricoloterapia. <Questa tecnica sfrutta il principio dei “microsistemi“, cioè il trattamento di zone localizzate e accessibili del corpo, come il cranio o l’orecchio> spiega Giancarlo Bazzoni.

<Secondo l’auricoloterapia l’orecchio rispecchia in miniatura l’intero organismo, permettendo così di trattare tutto il corpo a partire dal padiglione auricolare. Oggi però le scoperte di questa disciplina complementare trovano conferma nelle moderne conoscenze della neuromodulazione auricolare, l’evoluzione scientifica dell’auricoloterapia usata anche in ambito ospedaliero>.

L'ansia il mal di pancia il nervo vago e l'auricoloterapia contro lo stress

Il trattamento di neuromodulazione auricolare

Si è visto infatti che nel padiglione auricolare passano importanti nervi cranici, in particolare il nostro amico vago che offre un grande vantaggio. Infatti nell’orecchio questo nervo, caso unico nel suo genere, “emerge” in superficie e permette così di agire per trattare diversi disturbi. Ma come stimolare il vago? <I punti dell’orecchio si possono trattare con miniaghi o sferette metalliche indolori che vengono posizionate dall’auricoloterapeuta in punti precisi e poi coperti con un cerottino>.

<Il paziente deve semplicemente stimolare l’area diverse volte al giorno con le dita> dice Giancarlo Bazzoni <La neuromodulazione auricolare, oltre a essere efficace nei disturbi viscerali funzionali , funziona anche quando l’ansia provoca agitazione, disturbi del sonno o attacchi di panico. In quest’ultimo caso, quando si sente arrivare una crisi, basta massaggiare l’aghetto: le stimolazioni funzionano proprio come dei farmaci ansiolitici, e permettono di tenere lontani gli attacchi che gradualmente scompaiono>.

Una ricerca realizzata presso l’Università di Sassari su 10 persone sane ma sofferenti di disturbi d’ansia ha dimostrato una netta diminuzione dello stato di stress in tutti i soggetti rispetto al gruppo di controllo dopo due settimane di trattamento. Secondo un’altra ricerca pubblicata sul bollettino medico Applied Nursing Research la tecnica ridurrebbe ansia e burnout anche nel personale sanitario.

Un massaggio antiansia fai da te

E’ possibile sfruttare i benefici antistress della neuromodulazione auricolare anche con un semplice massaggio fai da te. La sequenza è stata elaborata al Centro per la ricerca in neuromodulazione auricolare e le terapie complementari dell’Università di Sassari e va effettuata almeno tre volte al giorno o al bisogno.

  • Posizionatevi con le punte degli indici appoggiate sul punto A (fossa triangolare, nella parte alta del padiglione auricolare ) di entrambe le orecchie. Fate 20-30 leggere pressioni, alternando orecchio destro e sinistro. Continuate per due minuti. Per trovare il ritmo giusto potete anche accompagnare le pressioni con la respirazione: inspirate e premete a sinistra, espirate e premete a destra. Non preoccupatevi di individuare il punto esatto, l’importante è premere sulla microarea corrispondente.
  • Passate poi al punto B (trago). Stimolate con la punta delle dita la microarea B, sempre per due minuti con 20-30 pressioni alternate al minuto.

L’auricoloterapia, efficace contro la fame nervosa e per dimagrire. L’ansia, il mal di pancia, il nervo vago e l’auricoloterapia

Quando si tratta di perdere peso niente fa miracoli, ma l’auricoloterapia, ancora poco conosciuta, si conferma come il metodo attualmente più valido e non invasivo per aiutare chi ha problemi di sovrappeso e obesità a mantenere la dieta. Infatti gli aghetti  posizionati nei punti strategici del padiglione auricolare stimolano diversi meccanismi legati al controllo dell’appetito e al comportamento alimentare.

Come avviene il trattamento? Dopo la diagnosi, effettuata ricercando i punti più sensibili, l’auricoloterapeuta posiziona tre-quattro microaghi di pochi decimi di millimetro o delle sferette metalliche nel padiglione di entrambe le orecchie (per questo trattamento il punto principale, sul trago, è chiamato “punto della fame”). Gli aghetti, del tutto indolori, vengono poi fissati con un cerottino pressocché invisibile e lasciati in sede per almeno un mese. L’importante è stimolarli con un massaggio di pochi secondi diverse volte al giorno, soprattutto nei momenti di crisi.

L'ansia il mal di pancia il nervo vago e l'auricoloterapia contro lo stress

Il ciclo si può ripetere diverse volte sotto controllo medico.<Gli effetti, confermati da numerosi studi, vanno in due direzioni principali> spiega Giancarlo Bazzoni <Modulare le sensazioni di fame e sazietà e agire sulle componenti emotive dell’ alimentazione, come fame nervosa, ansia, stress e cali di umore. L’auricoloterapia poi è efficace nei confronti delle dipendenze da cibo e sul metabolismo>.

Sulla base di queste scoperte è nato Dimanat , metodo registrato a livello internazionale per il trattamento integrato dell’obesità che unisce alle sedute di auricoloterapia medica un programma di educazione alimentare e attività fisica. <In tre decenni di attività abbiamo trattato alcune migliaia di persone con successo> spiega Giancarlo Bazzoni, che è ideatore del metodo.  <Seguiamo il paziente sia nella fase iniziale, per aiutarlo a rispettare la dieta, sia in quella successiva di mantenimento per evitare ricadute. L’importante è rivolgersi a medici esperti>.

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