Si è spenta una stella. Giulia Maria Crespi, la biodinamica e l’amore per la Madre Terra

Si è spenta una stella. Giulia Maria Crespi, la biodinamica e l’amore per la Madre Terra

23 Luglio 2020 Off Di R. Cavaglieri
<San Francesco d’Assisi è stato il mio guru> era solita dire Giulia Maria Crespi che si è spenta il 19 luglio scorso a 97 anni. Una stella di prima grandezza nel firmamento dell’ambientalismo e della protezione delle bellezze del nostro Paese. Giulia Maria Crespi: una vita dedicata alla salvaguardia della natura e all’agricoltura biodinamica.

Presidente del FAI (Il Fondo Ambiente Italiano) Giulia Maria Crespi, che discende dalla famosa famiglia di imprenditori lombardi,  è stata tra i fondatori dell’Associazione per l’agricoltura biodinamica.

E’ in queste vesti che l’ho conosciuta anni fa, frequentando un corso di biodinamica organizzato presso la sua Azienda Agricola Biodinamica Cascine Orsine. Ma cos’è la biodinamica? Cosa si impara nei corsi, che ancora oggi si tengono e sono rivolti a tutti? E perché questo metodo di coltivazione può davvero aiutare a salvare la nostra Madre Terra?

Biodinamica, medicina per una terra malata

La biodinamica è nata nel 1924 da una serie di conferenze di Rudolf Steiner, filosofo e ricercatore austriaco fondatore dell’antroposofia (scienza dell’uomo): si era rivolto a lui un gruppo di agricoltori preoccupati (già allora) per lo stato della Terra. Le conferenze sono la bibbia dei biodinamici, convinti, come già diceva Rudolf Steiner, che “Il valore del cibo non è dato da calorie ma da qualcosa che nutre l’esistenza interiore dell’uomo”.

<L’agricoltura biodinamica non si accontenta di evitare i pesticidi o usare fertilizzanti naturali, ma punta a rinforzare la fertilità del suolo in modo che le piante possano trovare da sole la vitalità e non dipendere più dalla chimica> spiega Paolo Pistis, tecnico agrario, formatore e consulente di metodologie biodinamiche.

<Il principio fondamentale è quello dell’azienda a ciclo chiuso, dove la presenza degli animali è necessaria per garantire la concimazione. Ma si dà molta importanza anche al rapporto con i cicli lunari e cosmici. Due punti tutto sommato comuni all’agricoltura antica che la biodinamica però arricchisce con l’uso di una serie di preparati vegetali, vere e proprie “medicine omeopatiche” per la terra >.

Il movimento per l’agricoltura biodinamica è diffuso in tutto il mondo. In Italia lavorano in questo modo circa 4000 aziende, producendo cereali, ortaggi, frutta, latticini, vino, olio, carni e molti altri prodotti (in genere si trovano in commercio nei negozi bio con il marchio Demeter).

Giulia Maria Crespi, il cancro e le mucche

Giulia Maria Crespi, una vita dedicata alla salvaguardia della natura e all’agricoltura biodinamica, è stata testimone in prima persona dell’importanza del benessere legato all’ambiente. <Sono stata malata più volte di cancro, e la scelta di una alimentazione più sana mi ha aiutato moltissimo a vincere questo male che pure è tornato quattro volte> confessava ai partecipanti dei corsi di biodinamica.

<Quando ho avuto il primo tumore nel 1968 avevo 45 anni e il medico antroposofo che mi curava mi ha suggerito di convertire alla biodinamica la tenuta di famiglia, il che è avvenuto nel 1976>.

Cascine Orsine Logo

Da allora l’Azienda Cascine Orsine è cresciuta e oggi si estende su 650 ettari, nel Parco del Ticino, (circa la metà sono coltivati a cereali, il resto a foraggio) dove si allevano 550 vacche da latte e carne. Produce riso e cereali di alta qualità, oltre a yogurt e formaggi tutti biodinamici.

La preoccupazione per la qualità del cibo e dell’ambiente è stata un filo conduttore nella vita di Giulia Maria Crespi. <Devo ringraziare il cancro se ho cambiato il mio stile di vita> raccontava. <Ho capito che i veleni che si mettono nel terreno e nel cibo sono molto nocivi: ciò che diamo alla terra ci ritorna, nel bene e nel male>.

<Ma oggi la Terra sta morendo e ha bisogno di aiuto> questo il suo messaggio. <Curarla è partecipare a un’opera d’arte, ma anche permettere che cibi sani arrivino sulla nostra tavola, per la nostra salute e per quella delle generazioni future>.

Cascina Orsine

Giulia Maria Crespi, una vita dedicata alla salvaguardia della natura e all’agricoltura biodinamica, amava le sue mucche, fondamentali nell’azienda biodinamica, e rifiutava le logiche di sfruttamento degli allevamenti intensivi. Così ancora oggi alle Orsine le mucche godono di particolari privilegi come un comodo letto di paglia, mentre negli allevamenti intensivi stanno su uno stretto tappetino di gomma.

<Fra gabbie e cemento l’animale è espropriato anche del suo rapporto con la terra, e la sua sofferenza si trasferisce alla carne, piena di tossine, che nuocciono alla nostra salute> osservava Giulia Maria Crespi.

Preservare la fertilità del suolo

Ci sono tante cose che non sappiamo della terra, pur vivendoci sopra. <Per esempio in tutto il mondo più di un terzo dei terreni coltivati è al limite minimo della fertilità, con meno dell’un per cento di humus> spiega Mauro Carlin oggi tecnico biodinamico alla Cooperativa agricola biodinamica sociale La Monda in provincia di Varese.

<L’humus ci mette centinaia d’anni a formarsi , e significa che, avendo eroso un patrimonio immenso, stiamo andando incontro alla desertificazione. Per l’agronomia industriale il terreno è un supporto. Per noi invece è un organismo vivente, e quello che ci interessa è mantenere la sua fertilità>.

La “prova della vanga”, che dà il profilo del terreno si apprende nei corsi di biodinamica, ed è la tecnica fondamentale per capire se la terra è fertile. Si spinge la vanga nel terreno per trenta centimetri circa e si preleva la zolla.

vita dedicata alla salvaguardia della natura e all'agricoltura biodinamica

Un suolo fertile è poroso, morbido e tutto percorso dalle radichette delle erbe spontanee che a loro volta favoriscono la vita di miliardi di  microrganismi. Quello che ha perso l’humus invece è duro come cemento e senza radici.

Il cumulo, i lombrichi e le api

La biodinamica ha tre animali simbolo: il lombrico che arricchisce di minerali la terra, la vacca, vera fabbrica di concime, e poi l’ape che impollina i fiori e riempie l’aria di vibrazioni armonizzanti.

vita dedicata alla salvaguardia della natura e all'agricoltura biodinamica

Il cumulo è l’icona dell’agricoltura biodinamica. Non un banale mucchio di letame o ortaggi in decomposizione ma “un luogo in cui le forme della natura spariscono, mentre aumentano le forze vitali” per dirla con Steiner. Il cumulo è il segreto della concimazione che “fa diventare le piante intelligenti”, e va preparato con la massima cura, utilizzando anche gli speciali preparati biodinamici.

I principali sono due: corno letame e corno silice e il principio, dettato come sempre da Steiner, è attivare le forze della terra con un organo dell’animale come le corna che concentra  le forze celesti.

vita dedicata alla salvaguardia della natura e all'agricoltura biodinamica

Centinaia di corna vengono riempite di letame e sotterrate, poi si estraggono prelevando il letame chè è diventato humus. Va dinamizzato, cioè mescolato ininterrottamente per un’ora esatta, poi aggiunto al cumulo. Preparati biodinamici di alta qualità si trovano in vendita su www.agribioshop.it

Dal cosmo al campo

Foglie a spirale

Secondo la biodinamica ogni costellazione influisce su una parte della pianta, mentre dalle lontananze del cosmo i pianeti mandano i loro influssi: secondo uno studioso la disposizione a spirale delle foglie sullo stelo riprodurrebbe il moto apparente dei pianeti.

Ma la biodinamica non è solo filosofia. Ancora oggi fa scuola l’esperienza di  Alex Podolinsky, scomparso un anno fa, che in Australia ha strappato alla desertificazione un milione di ettari, con punte di humus nel terreno che arrivano all’11 per cento.

In Italia seguono il suo metodo innovativo basato prevalentemente sul sovescio (per concimare anziché usare letame spesso difficile da trovare si sfalcia il prato coltivato a leguminose ricche di azoto e lo si interra parzialmente) diverse grandi aziende agricole biodinamiche.

Intanto sono preoccupanti i dati sui semi presentati da Paolo Pistis: nel 1948 un seme di cetriolo poteva germogliare anche dopo dieci anni, oggi dopo cinque; quello della lattuga da 9 a 4. Che significa? Le sementi si stanno indebolendo, sono diventate malate tossicodipendenti, un fenomeno favorito dall’ibridazione delle piante.

Ivo Bertaina

La tendenza delle multinazionali è quelle di vendere semi manipolati e sterili, in modo che il contadino non possa più riprodursi le proprie piante. Uno scenario raccapricciante soprattutto per i paesi del Terzo Mondo. Anche per questo motivo innovare l’agricoltura è diventano un compito non più procrastinabile, e tutti noi, agricoltori e consumatori, non possiamo restare indifferenti.

Ringraziamo la Segreteria Crespi e Cascine Orsine

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