Arrivano le cure omeopatiche in veterinaria: rimedi green efficaci per il benessere dei nostri pet
Arrivano le cure omeopatiche in veterinaria. Oggi sono nove milioni gli italiani che si curano con l’omeopatia e la medicina integrata, con un trend in continuo aumento secondo gli ultimi dati di Omeoimprese.
Molti di loro curano con i medicinali “green” anche i loro amici animali. I vantaggi? Non tossicità e grande efficacia, soprattutto nelle malattie croniche e degenerative come ci spiega qui Antonella Caggegi, medico veterinario e omeopata.
Diabete, cistiti ricorrenti, dermatiti che non guariscono, artrosi, tumori. Sono tante le situazioni in cui l’omeopatia veterinaria, usata nell’ambito della medicina integrata, offre occasioni di benessere in più.
Ne abbiamo parlato con Antonella Caggegi, medico veterinario presso la Clinica Veterinaria Centrale di Milano, esperta di omeopatia e docente all’Accademia internazionale di Medicina Fisiologica di Regolazione (International Academy of Physiological Regulating Medicine).
Dottoressa Caggegi, come si è avvicinata all’omeopatia?
Sono veterinario da oltre trent’anni ma solo da alcuni anni, per un’esperienza personale, ho scoperto l’omeopatia e la Medicina Fisiologica di Regolazione. Da allora il mio interesse è sempre cresciuto, anche perché in molte situazioni ho potuto constatare i benefici di queste terapie. Naturalmente uso dei protocolli personalizzati di medicina integrata, significa che a seconda dei casi ricorro ai farmaci tradizionali, dagli antibiotici agli antinfiammatori, oppure a quelli omeopatici, fino ai nuovissimi farmaci in Low Dose Medicine e anche ai fitoterapici.
Ci può fare qualche esempio?
Dal 2015 ho maturato un’esperienza in oncologia veterinaria. Gli animali sottoposti a chemioterapia soffrono degli effetti collaterali di queste terapie, hanno vomito e nausea esattamente come i pazienti umani, perdono il pelo, sono immunodepressi. In queste situazioni affiancare ai cicli di chemio dei medicinali omeopatici (come Nux vomica per la nausea) significa contrastare questi disturbi, ma anche migliorare la qualità di vita e spesso prolungare la sopravvivenza del nostro amico a quattro zampe.
Ma non si dice che l’omeopatia sia solo acqua fresca?
Anzitutto va detto che alcuni farmaci, come quelli omotossicologici, si basano su diluizioni decimali, ciò significa che in questi preparati vi è la presenza del principio attivo, seppur diluito e dinamizzato.
Detto questo il fatto che ci siano risultati sugli animali, che non sono “suggestionabili,” è la prova che queste medicine non sono acqua fresca. I risultati ci sono, comprovati anche da dati di laboratorio. Per esempio, se vediamo che l’emocromo si modifica, i globuli rossi salgono significa che l’effetto c’è stato.
Vengono realizzate ricerche scientifiche?
Certo. Per esempio, è stato fatto uno studio osservazionale su 325 cani trattati per patologie osteoarticolari infiammatorie con un medicinale omeopatico a base di arnica. I sintomi sono migliorati dopo tre giorni, ma la terapia è continuata dai 7 ai 28 giorni. I risultati sono stati eccezionali: nell’80 per cento dei casi non si è più evidenziata zoppia. Un altro studio ha coinvolto 135 cavalli con affezioni acute osteoarticolari, e anche qui i risultati sono stati molto buoni. Senza ricorrere ai FANS convenzionali.
Antinfiammatori e antibiotici sono un po’ il passepartout della medicina veterinaria, ma spesso hanno pesanti effetti collaterali. E’ possibile sostituirli con prodotti meglio tollerati?
Sicuramente. Anch’io prescrivo i farmaci convenzionali, però talvolta nelle patologie croniche, nei pazienti geriatrici dove l’accumulo nel tempo di questi medicinali può dare reazioni di intolleranza o creare altri disturbi, la medicina integrata è un grande aiuto.
Per esempio, in un disturbo come la dermatite atopica cronica nei cani l’abuso di cortisonici dà problemi a livello surrenale: gli animali sono agitati, sovraeccitati. Associando invece dei farmaci omotossicologici, che modulano la risposta immunitaria, o inibiscono il prurito, si ottengono ottimi risultati. Anche sulle lesioni, poi, si possono usare farmaci omeopatici.
E per quanto riguarda gli antibiotici?
Oggi la legge impone che anche negli animali da compagnia, oltre a quelli da reddito, si riducano gli antibiotici per evitare che, a un certo punto, non funzionino più per il fenomeno dilagante della resistenza batterica. Noi veterinari dobbiamo compilare registri appositi di carico e scarico di questi medicinali.
L’approccio olistico permette di affrontare molte malattie infettive riducendo al minimo l’uso degli antibiotici, mantenendo alta la qualità di vita del pet. Per inciso, l’omeopatia si usa ormai largamente anche negli animali d’allevamento perché i medicinali non hanno tempi di sospensione e non comportano rischi per la salute dei consumatori come invece accade per gli antibiotici.
In quali casi consiglierebbe di rivolgersi a un veterinario omeopata?
Per gli animali anziani, con patologie croniche o malattie invalidanti per cui non esistono soluzioni farmacologiche efficaci la scelta omeopatica permette come detto di garantire una buona qualità di vita al paziente, e di affrontare anche i piccoli disturbi che sopraggiungono nel tempo.
Poi, disturbi frequenti come diabete, patologie articolari, cistiti ricorrenti, problemi dermatologici si avvantaggiano di queste cure che non comportano effetti collaterali negativi. Inoltre le cure omeopatiche in veterinaria sono vincenti negli animali non convenzionali come coniglio, cavia, criceto che sono delicati e spesso non tollerano i farmaci. Come medico veterinario utilizzo la medicina integrata praticamente in tutte le situazioni.
Come si presentano i medicinali veterinari omeopatici, e dove si acquistano?
Si trovano in tutte le farmacie e hanno le forme farmaceutiche tradizionali: fiale, compresse, granuli.
Chi sono i suoi clienti?
Spesso persone che già si curano con l’omeopatia e trovano naturale fare questa scelta anche per i loro pet. Ma ultimamente vedo sempre più persone che non vogliono rassegnarsi all’eutanasia, proposta spesso dai veterinari quando “non c’è più niente da fare”.
Non si vuole veder soffrire il nostro amato quattrozampe. Ecco allora che le cure omeopatiche in veterinaria offrono una speranza reale di miglioramento della qualità di vita, pur nei limiti di malattie croniche o degenerative. E questa, per me, è una grande soddisfazione sul piano professionale e personale.
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