Alberi capitozzati? No grazie, meglio belli e sani

Alberi capitozzati? No grazie, meglio belli e sani

12 Giugno 2020 Off Di R. Cavaglieri

Abbracciare gli alberi fa bene. E anche respirare l’aria che ci restituiscono pulita. E sedersi alla loro ombra o godere della loro bellezza. Già, ma se gli alberi stanno male o sono ridotti come miseri attaccapanni per le potature selvagge? Ecco perché dobbiamo tutti opporci alla capitozzatura, la pratica di cui in questi giorni vediamo gli scempi in città e giardini privati, e di cui fanno le spese persino gli uccelli, spesso “sfrattati” nel periodo della nidificazione. Quindi? Alberi capitozzati? No grazie, meglio belli e sani

Alberi urbani ridotti a scheletri

Non c’è bisogno di essere esperti giardinieri per capire che le potature indiscriminate, in particolare le capitozzature, sono un danno per gli alberi. E non solo dal punto di vista estetico. <Pensiamo che gli alberi siano pezzi di legno amorfo infilati nel terreno, e che quindi possano sopportare qualsiasi insulto> dice Daniele Zanzi, agronomo di fama internazionale tra i fondatori della SIA,

Società Italiana di Arboricoltura, www.isaitalia.org nonché direttore tecnico della società Fitoconsult di professionisti del verde www.fito-consult.it . <Invece dobbiamo essere consapevoli che gli alberi sono degli organismi viventi a tutti gli effetti, con una biologia ben precisa. E che inoltre attorno a loro si sviluppa un ecosistema ricco di creature grandi e piccole, dagli uccelli ai microrganismi del terreno.

Società Italiana di Arboricoltura

L’ignoranza riguardo alla biologia dell’albero e alla complessità dell’ecosistema che lo circonda ha aperto la strada alle potature sconsiderate di cui vediamo innumerevoli esempi tra gli alberi urbani ornamentali e quelli dei giardini privati>.

Cos’è la capitozzatura e perché fa ammalare l’albero

Alberi capitozzati in città

<Tecnicamente la capitozzatura, o taglio a capitozzo, consiste nel taglio del fusto dell’albero, delle branche primarie o di grossi rami> spiega Zanzi.

<L’obiettivo è ridurre l’altezza o le dimensioni dell’albero perché si teme che un albero grande sia pericoloso, oppure perché la sua imponenza “dà fastidio”. Così si pensa che “più si taglia meglio è”. Tuttavia, questo è un modo sbagliato per quanto diffuso di affrontare il problema. Non si dice che non si deve potare, ma l’intervento va fatto in modo ragionato e corretto, valutando tanti fattori fra cui la stagione, il tipo e le condizioni dell’albero.

Per esempio, di solito le potature si fanno durante il riposo vegetativo della pianta, fra l’autunno e la primavera, quanto agli alberi, tigli o platani sopportano questi interventi meglio di ippocastani e faggi. Un buon giardiniere o, a maggior ragione, un professionista arboricoltore conosce i danni delle capitozzature e non dovrebbe mai effettuarle, opponendosi anche alle insistenze di amministratori locali e proprietari>. La capitozzatura, che è vietata in alcuni paesi europei dove viene sanzionata con multe severe, ha il  triste pregio di riunire diversi effetti nocivi sull’albero: lo indebolisce, favorisce l’attecchimento di parassiti e malattie, ne causa il decadimento fino alla morte. Vediamo una cosa alla volta.

Un trauma mortale per la pianta

Tagliando drasticamente la cima con le gemme apicali e i rami principali l’albero perde fino alla totalità delle proprie foglie, il che significa che rimane senza energia per nutrirsi. <Per reagire a questo shock la pianta si sforza di produrre tanti “succhioni” cioè ramoscelli avventizi che tentano di recuperare il volume fogliare> spiega Zanzi. <Questi rami esili non compensano in tempo la chioma, ma essendo lunghi, fragili e con attaccature deboli possono rappresentare un pericolo perché la chioma così ricreata è instabile. Ma non è finita.

Le parti esposte del tronco sono vulnerabili come ferite aperte, di lì possono passare microrganismi patogeni, parassiti, funghi agenti della carie del legno>. E poi non dimentichiamo le scottature: i poveri alberi si possono anche scottare sulle parti esposte esattamente come la nostra pelle, per l’effetto delle radiazioni solari e l’asportazione della corteccia e della chioma protettiva.

Non basta? La capitozzatura, che sembra un buon investimento all’inizio, si rivela anche antieconomica: rimediare ai danni strutturali dell’albero nel tempo costa di più . Senza considerare la morte eventuale.

Danni permanenti

Uno dei rari casi in cui la capitozzatura è utile a qualcuno. Foto di Filippo Piano

Uno dei rari casi in cui la capitozzatura è utile a qualcuno. Foto di Filippo Piano

Si ritiene che un albero capitozzato sia destinato a morire in un’alta percentuale di casi. <Il problema è che gli alberi hanno risposte lentissime> dice Zanzi. <Considerato che queste creature possono vivere anche centinaia d’anni i risultati di interventi sconsiderati non si vedono dopo pochi giorni, ma a distanza di mesi>.

Ma esistono alternative? <Certo, anche se potare bene è più difficile> risponde Zanzi. <La miglior potatura, si dice, è quella che non si vede>. A chi rivolgersi allora per potare i propri alberi? Attenzione, il giardiniere non basta e non ci si improvvisa arboricoltori. Questi professionisti, che hanno seguito un’apposita formazione e sono certificati European Tree Workers, hanno un loro albo che potete trovare sul sito della Società Italiana di Arboricoltura www.isaitalia.org E, se volete appoggiare la tutela degli alberi, le iniziative in molte città non mancano. Ecco qui sotto la vignetta che il fumettista Lux Filippucci ha disegnato per Comitato per la tutela degli alberi di Bologna e Provincia. A livello internazionale invece è l’organizzazione no profit Plant Amnesty a battersi per la salvaguardia del patrimonio verde www.plantamnesty.org . Un bene di tutti. https://www.greennest.net/chi-sono/

Lux Filippucci

Alberi capitozzati? No grazie, meglio belli e sani

Vignetta di Lucio Filippucci

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